domenica 24 febbraio 2008

LAVORIAMO SU UNA STORIA
Premessa
Il percorso educativo si propone di instaurare un chiaro clima di continuità e interdisciplinarietà nei diversi ambiti raccordando i vari insegnamenti disciplinari a partire dalla narrazione della fiaba “Il topo di campagna e il topo di città” di Esopo.
La favola funge da sfondo integratore per l’apprendimento strutturato attraverso schede operative che toccano l’ambito dei linguaggi verbali e non verbali;l’ambito antropologico-ambientale e in misura più limitata l’ambito matematico-scientifico.
La scelta di questa favola da l’opportunità di riflettere sul messaggio morale che è intrinseco in questo genere letterario,che nonostante i cambiamenti del tempo mantiene sempre un messaggio attuale.
Inoltre l’utilizzo della favola facilita la trasmissione e l’apprendimento delle competenze che si desidera far raggiungere agli allievi.
Classe
Scuola primaria: seconda
Tempi
Secondo quadrimestre
Finalità
Ascoltare e comprendere.
Comprendere e riconoscere messaggi attraverso linguaggi verbali e non verbali.
Esprimersi attraverso linguaggi verbali,grafici,visivi,musicali,corporei.
Conoscere e usare il proprio corpo,abituandosi a coordinare e a finalizzare i movimenti in funzione espressiva e comunicativa.
Controllare la strumentalità della letto scrittura,in funzione in produzione,a scopo comunicativo-espressivo-informativo.
Avvicinarsi alluso del linguaggio matematico e scientifico,attraverso la mediazione del linguaggio parlato e scritto.
Sperimentare i senso logico-matematico.
Ambito linguistico-espressivo:
Italiano
Arte e immagine
Musica
Scienze motorie
Ambito antropologico-ambientale:
Storia
Geografia
Studi sociali
Ambito matematico-scientifico:
Aritmetica
Geometria
Logica
Scienze
Obiettivi
ITALIANO
Riferire una narrazione,mantenendo la sua struttura temporale.
Leggere autonomamente testi di difficoltà graduata.
Cogliere le relazioni di coerenza in una narrazione di genere fantastico.
Individuare informazioni specifiche relative a personaggi,luoghi,tempi,azioni.
Completare testi misti.
Consolidare la conoscenza e l’uso delle convenzioni ortografiche.
Classificare i nomi in base a un criterio.
Riconoscere,utilizzare e saper concordare gli articoli.
Riconoscere e formulare frasi.
Associare un termine nuovo al suo significato.
ARTE E IMMAGINE
Esplorare immagini,utilizzando correttamente le capacità visive per discriminare i vari elementi.
Utilizzare il linguaggio verbale per “raccontare” un contenuto iconico.
Utilizzare strumenti,tecniche e materiali cartacei,tessili,plastici e grafico-espressivi in modo creativo e personale.
MATEMATICA
Associare numeri alla quantità corrispondente e viceversa.
Contare in senso progressivo e regressivo.
Eseguire semplici operazioni aritmetiche.
Elaborare una situazione problematica partendo da una situazione concreta.
Riconoscere e rappresentare graficamente una situazione problematica.
Costruire un sequenza di istruzioni con un criterio logico.
Metodologia
Ascolto della favola letta dall’insegnante.
Comprensione della favola attraverso il metodo del circe time.
Attraverso il brain-storming si guidano i bambini al riconoscimento delle parole chiave al fine di suscitare in loro l’individuazione della morale della favola.
Lavorare in piccoli gruppi (metodo cooperativo) per la realizzazione di cartelloni e rappresentazione grafico-pittoriche della favola con l’utilizzo di tecniche diverse.
Drammatizzazione
Utilizzando lo sfondo integratore della fiaba proposta di schede operative che richiamino gli obiettivo prefissati nelle varie discipline.
Uscita su territorio in centro città e in cascina.
Verifiche
Attraverso osservazioni sistematiche valutare l’andamento del lavoro individuale e di gruppo.
Verbalizzazione
Schede operative
Giochi e simulazioni
IL TOPO DI CAMPAGNA E IL TOPO DI CITTA’
Un topo cittadino ricevette un invito a pranzo da un suo amico che viveva in campagna.Ma il pranzo era davvero misero:solo radici,erba e grano.
Vedi,-gli disse- che brutta vita ti riduci a fare! Io in città ho una casa piena di squisitezze:vieni tu da me e vedrai! Ti imbandirò una tavola di pietanze raffinate.
Il topo di campagna,incuriosito,accettò l’invito e partirono subito per la città. Giunti alla casa, i topi si recarono nella dispensa:lì c’erano fichi e legumi,lardo,formaggio,pane e focaccia,datteri e miele. Il topo di campagna era strabiliato e ringraziò il suo amico per tanta abbondanza.
I due stavano per cominciare il pranzo quando si sentì un rumore misterioso. Il topo di città fece un balzo e cominciò a scappare verso un buco del pavimento,trascinando con sé anche il topo di campagna. Tornata la calma,i due topolini uscirono dal rifugio e si avvicinarono ai fichi,ma ecco un altro terribile rumore. E via, i topolini tornarono nel buco, e così fecero ancora per due o tre volte.
Allora il topo di campagna si dimenticò della gran fame e disse:- Addio, amico mio! Tu resta pure a gustare il tuo pranzo prelibato, con tutti gli spaventi e le paure! Io sarò un sempliciotto, ma, mangiando semi e radici, vivrò a lungo e in tutta tranquillità.

5 commenti:

Ondamagis ha detto...

ciao Cris, vedo che ci hai preso la mano con questo blog. Brava!

Ondamagis ha detto...

ciao Cris, vedo che il tuo cammino blogghistico continua! Un abbraccio, la tua collega

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il metodo cooperativo...oltre alla realizzazione dei cartelloni...farei realizzare un
Plastico dei due ambienti della storia:campagna e città...utilizzando materiale povero...ciao!

Ondamagis ha detto...

Ciao Cris, passa un po' nel mio blog, perchè c'è qualcosa per te. Un bacione, e a presto spero. E non ti strapazzare troppo! Chi lo dice!

"asan da bubia" ha detto...

Er sorcio de città e… Er sorcio de campagna

Un Sorcio ricco de la capitale

invitò a pranzo un Sorcio de campagna.

Vedrai che bel locale,

vedrai come se magna...

je disse er Sorcio ricco “ Sentirai!
Antro che le caciotte de montagna!
Pasticci dorci, gnocchi,
timballi fatti apposta,
un pranzo co' li fiocchi! Na’ cuccagna! -
L'intessa sera, er Sorcio de campagna,
ner traversà le sale
intravidde 'na trappola anniscosta;
Collega..disse .. cominciamo male:
nun ce sarà pericolo che poi...?
Macché, nun c'è paura:
j'arispose l'amico .. qui da noi
ce l'hanno messe pe' cojonatura.
In campagna, capisco, nun se scappa,
ché se piji un pochetto de farina
ciai la tajola pronta che t'acchiappa;
ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri.
Le trappole so' fatte pe' li micchi
ce vanno drento li sorcetti poveri,
mica ce vanno li sorcetti ricchi!

Trilussa
http://asandabubia8.blogspot.com/